Lo slalom gigante è considerato da allenatori e agonisti la più tecnica delle discipline dello sci alpino. I migliori specialisti del gigante possiedono la velocità degli slalomisti e le capacità di conduzione dei discesisti. Questo è il motivo secondo il quale io raccomando di dedicare allo slalom gigante circa il 70% dell’intero volume di allenamento di un atleta. Questo vale specialmente per atleti giovani e in crescita. In ogni modo, passare molto tempo in lunghe sessioni di slalom gigante non garantisce che lo sciatore acquisisca una solida tecnica. Secondo me è molto importante sviluppare un corretto approccio alla curva da gigante.
Da come si può rilevare durante gli allenamenti, è abbastanza difficile per sciatori in crescita condurre curve relativamente rotonde che siano simili a quelle mostrate in un gigante di Coppa del Mondo dallo specialista finlandese Kalle Palander:
Solitamente, invece di condurre lungo un arco notevolmente pulito simile a quello lasciato dalla star italiana del gigante Manuela Moelgg durante una sessione di allenamento,
Qual è la soluzione a questo problema?
In quest’articolo mostro un metodo che può essere usato per sviluppare curve da GS. Questo metodo è basato su una combinazione di due tipi di curve che utilizzano due comportamenti degli sci opposti:
- Curve di largo raggio puramente condotte.
- Curve rotonde in slittamento.
Prima di iniziare a parlare del metodo vorrei portare alla luce il problema che stiamo tentando di risolvere. Qual è la radice del problema che un giovane agonista deve risolvere quando si conduce su archi troppo larghi o si derapa? Il problema è lo stesso in entrambi questi casi. Lo sciatore posiziona semplicemente i suoi sci sullo spigolo e vi si appoggia mentre conduce lungo un arco definito dalla sciancratura. Così facendo lo sciatore non controlla la forma (l’arco e il raggio) e il posizionamento dell’arco di curva.
Questo sciare statico, che consiste fondamentalmente di due posizioni “bloccate”, prima e dopo la massima pendenza, è abbastanza comune tra i giovani agonisti. Le gambe dello sciatore non si piegano lungo l’arco di curva e non si estendono all’inizio di una nuova curva. Quindi, non appena una pista diviene più ripida o un tracciato richiede curve più rotonde, gli sci vengono lasciati derapare. Vi sono due ragioni principali per questo modo di sciare:
- Scorretta meccanica della messa sullo spigolo.
- Mancanza di un appropriato movimento di gambe.
Suggerisco di affrontare ognuno di questi problemi separatamente. In particolare, io uso delle curve poco accentuate vicino alla linea di massima pendenza per sviluppare un appropriato movimento del corpo adatto a imparare a mettere gli sci di spigolo. Quindi, uso curve non condotte molto rotonde con il fine di sviluppare la proiezione del baricentro in avanti e un’appropriata flesso-estensione delle gambe. Queste capacità se sviluppate separatamente si fondo gradualmente nell’appropriata tecnica da GS.
Vediamo la curva dinamica poco accentuata, anche chiamata “curva-a-banana” da alcuni allenatori.
A causa di questi aspetti negativi che inevitabilmente si verificano quando si sviluppa una appropriata presa di spigolo per mezzo delle curve a banana, io suggerisco di usare curve molto rotonde, spesso chiamate “curve a S”. Una curva a S è una curva completa dove lo sci derapa dolcemente lungo l’intero arco di curva, come io dimostro qui:
Nelle curve a S i movimenti corretti possono essere sentiti e sviluppati lentamente, quasi al rallentatore. La sequenza riportata sopra è prodotta con la stessa fotocamera a dieci fotogrammi al secondo. Non è difficile osservare che una curva a S richiede circa due secondi, mentre una transizione (cambio di spigoli) tra le curve richiede più di mezzo secondo. Questo tempo è sufficiente allo sciatore per concentrarsi sul piegamento delle gambe e sull’estensione a inizio curva. Per rendere efficace l’esercizio della curva a S, il movimento deve essere esagerato in termini di estensione e proiezione all’interno dell’arco di curva, come mostrato nel frammento più grande nella sequenza qui sotto:
Tipicamente, questi agonisti riducono le curve a S a sterzate e a zigzag. Generalmente, è problematico mantenere il controllo della velocità e del raggio della curva. La transizione da un arco lento a un altro è difficile poiché gli sci non passano facilmente sotto il corpo a una velocità così bassa. Ecco perché è così importante estendere le gambe e muoversi in avanti (all’interno dell’arco) come all’ingresso di una curva a S mostrato in questo frammento:
Ora vediamo come usare entrambi questi tipi di curva per beneficiarne al massimo. Prima di tutto noi abbiamo una curva a banana molto dinamica, con presa di spigolo per mezzo dell’inclinazione e conduzione su archi di grande raggio. Mentre uno sciatore esegue una curva a banana, egli ha un controllo minimo sui suoi movimenti. L’obiettivo principale è quello di sentire una presa di spigolo dinamica per mezzo dello spostamento del corpo all’interno del successivo arco di curva. In questa curva non vi è molta enfasi sulla transizione tra archi di curva successivi. Per fare ciò noi usiamo l’approccio successivo, la curva a S. In questa curva lo sciatore si concentra sul piegamento alla fine della curva, sulla proiezione ed estensione con una dinamica minima che consente allo sciatore di sentire molto bene i suoi movimenti.
Però, la curva a S inevitabilmente sviluppa posizioni statiche. Inoltre, mentre lo sciatore esegue delle curve a S, si può perdere la sensazione di uno “spigolo pulito”. Le curve a banana sviluppano le sensazioni per la presa di spigolo ma mancano di altri elementi tecnici necessari per eseguire le transizioni tra curve. Ecco perché io non raccomando di usare eccessivamente l’uno o l’altro dei due esercizi. Invece, di solito io cambio di frequente il tipo di curva.
Spesso ritorno a questi esercizi quando un atleta ha dei problemi con la curva da gigante. Per esempio, se un agonista si trova in difficoltà con il piegamento e la proiezione allora uso le curve a S e altri esercizi eseguiti in quella situazione. Se un agonista perde dinamica e la sensazione del giusto spigolo, io ritorno alle curve a banana o a esercizi eseguiti in quel contesto.
E’ molto importante scegliere una discesa appropriata per ognuna di queste curve. Eseguire curve a banana su un pendio troppo ripido potrebbe non essere di grande aiuto. Allo stesso modo, curve a S eseguite su un pendio troppo dolce non produrranno I risultati desiderati.
E’ utile dire che il metodo funziona efficacemente anche con sci da Super-G. E’ possibile usare anche sci da slalom, ma il loro uso potrebbe produrre effetti indesiderati sotto forma di scorrette sequenze di movimenti. Ecco perché io raccomando di usare sci da GS per le curve a banana e a S. Una volta che una buona curva da gigante si stata sviluppata, può essere facilmente trasferita nell’ambito dello slalom o del Super-G.
Spero che l’utilizzo una combinazione corretta e attenta della curva a banana e a S negli allenamenti renda possibile a molti agonisti sviluppare buone curve e, di conseguenza, ottenere buoni risultati.
(Titolo originale “A method for developing GS turn technique using S-turns and banana-turns”)