I metodi e le strategie per insegnare la tecnica a bambini e giovani sono stati l’argomento preferito di un gran numero di discussioni tra maestri e allenatori per molti anni. E nonostante ciò, vi sono ancora pochi ragazzi e giovani agonisti che possiedono le capacità tecniche di un adulto che compete in Coppa del Mondo. Penso che sia un serio problema poiché il futuro dello sci agonistico appartiene a questi ragazzi e ragazze.
Oserei dire che tutte queste discussioni sull’apprendimento di giovani e ragazzi siano quasi ovvie. La realtà è semplice – se un agonista di 12-13 anni ha una tecnica agonistica scorretta, cosa che succede spesso, la probabilità che esso usi la stessa tecnica errata a 16-17 anni è altissima. In altre parole, questo giovane agonista scierà più velocemente, ma essenzialmente nello stesso modo in termini di fondamentali tecnici e di modelli biomeccanici di movimento.
Proprio nel periodo delle prime gare FIS (16-17 anni), molti giovani agonisti passano attraverso un periodo di stagnazione nel loro sviluppo e lasciano le competizioni. Penso che la causa principale della perdita di una grande parte dei giovani di questa età sia la mancanza di solidi fondamentali tecnici instillati in quell’età che va dai 10 ai 13 anni. Se la tecnica degli sciatori di quest’età mostra errori di base, semplicemente non funzionerà a più alti livelli di competizione. Perciò, gli allenatori che lavorano con i giovani agonisti dovrebbero far sviluppare una tecnica appropriata che non limiti il progresso lungo l’intera carriera agonistica fino alle gare FIS e alla Coppa del Mondo. Questo è un aspetto importantissimo del lavoro degli allenatori sia in Nord America sia in Europa (dove il flusso di giovani di talento inizia a diminuire).
In quest’articolo userò due esempi di giovani agonisti – lo sloveno Angraz Pogladich di 12 anni e la tredicenne russa Katia Tkachenko. Entrambi si sono fatti notare non solo per i loro risultati eccezionali ma anche per la tecnica quasi da adulti che essi possiedono. Hanno ottenuto i giudizi più alti nelle prove tecniche in Austria e Slovenia, dove gli allenatori non hanno giudicato la velocità sul percorso ma, invece, la loro tecnica in campo libero su vari tipi di terreno e condizioni di neve. Questi test hanno rivelato come all’età di 10-13 anni una solida esecuzione di una tecnica corretta sia il fattore più importante per sviluppare uno sciatore agonista.
Molti allenatori non mettono sufficiente enfasi sullo sci libero in differenti tipi di condizione. Sviluppare dei movimenti, in buon equilibrio sugli sci, in situazioni varie, ha un ruolo importantissimo a quest’età. Questo è particolarmente vero se stiamo considerando il futuro di un giovane atleta e non semplicemente i risultati immediati nella prossima gara della stagione in corso.
La prima sequenza fotografica di Katia è stata scattata quando aveva 12 anni. In questa sequenza Katia mostra una curva da gigante fuori dalle porte:
E’ chiaro da questo esempio che i giovani agonisti non siano pronti per una più pronunciata estensione e movimento all’interno dell’arco di curva. Ad ogni modo, il modello di movimento è corretto, come si può notare nei video, e rappresenta il fondamento per un futuro sviluppo.
Possiamo dire lo stesso per le due sequenze che mostrano curve eseguite con sci da slalom. La fase zero e lo sforzo di riacquistare centralità sono chiaramente evidenti.
Lo vedremo anche in seguito, mentre il giovane atleta mantiene un modello di movimento appropriato, egli sviluppa e affina anche un equilibrio generale che rappresenta una buona base per spostarsi maggiormente verso l’interno della curva con fiducia. E’ tipico che questo sia solo un problema di tempo e di esperienza sugli sci, sempre che il modello di movimento sia stato correttamente sviluppato. In assenza di questo modello, il tempo passato sugli sci potrebbe addirittura rappresentare un danno.
Le considerazioni tecniche citate sopra, mostrate all’età di 12 anni, sono chiaramente mostrate in curve da slalom nel video seguente:
Katia SL 12 — 0.84Mb |
Suppongo che la larga traccia degli sci e il sostegno fornito dallo sci interno siano abbastanza evidenti. Ad ogni modo, la giovane atleta e il suo allenatore hanno avuto bisogno di un solo anno per rendere le sue curve da slalom come queste:
Katia SL slow 2 — 3.91Mb |
Credo che sia evidente l’ottimo progresso avvenuto nell’anno dei 13 anni. Gli spostamenti all’interno della curva e il generale dinamismo sono aumentati. A questo punto è stato evidente che sciare a un tale livello richieda scarponi più rigidi e non più junior. Quando Katia ha iniziato a usare questi nuovi scarponi (senza personalizzazioni), è stata immediatamente in grado di sciare così:
Katia SL edit — 2.08Mb |
Indubbiamente, questo è un esempio di sciata evoluta. L’atleta esegue curve da slalom ritmate a un’ottima velocità su una pista non uniforme e su una neve che cambia in continuazione. Katia è in grado di mantenere costanti il ritmo e la forma della traiettoria di curva. Inoltre, essa mostra una solida ed equilibrata tecnica avanzata che può essere vista anche meglio al rallentatore:
Katia SL1 slow — 2.83Mb |
Piegamento e riguadagno della centralità tra gli archi di curva sono molto evidenti. Katia lungo tutte le curve mostra un’eccellente estensione della gamba esterna e una pressione sulla punta dello sci all’inizio della curva. Il busto dello sciatore rimane quasi immobile. Si tratta di una dimostrazione quasi perfetta di curve da slalom, indipendentemente dall’età dello sciatore. Vale la pena dire che tutti gli elementi di questa sciata erano presenti nell’arsenale tecnico di Katia già all’età di 11 e 12 anni. Era necessario percorrere un gran numero di piste, incluso un maggior lavoro sull’equilibrio e sullo spostamento all’interno dell’arco di curva, per acquisire questo livello in slalom.
Un simile livello tecnico è mostrato da Angraz Pogladich, un dodicenne sloveno ripreso qui durante la fase iniziale di un gigante della Whistler Cup:
Angraz Pogladic edit — 3.40Mb (video courtesy of Gord Brown) |
Angraz mostra un ottimo piegamento in fase zero così come un buon riguadagno della centralità ed estensione all’interno dell’arco di curva. Si può vederlo chiaramente in questa ripresa da dietro:
Angraz Pogladic slowmo — 3.00Mb |
A 12 anni questo ragazzo esegue coerentemente degli elementi tecnici che non sono eseguiti da alcuni adulti in gare di gigante. Quello di cui Angraz ha davvero bisogno è crescere e divenire fisicamente più forte. Se l’approccio adottato dagli allenatori sarà corretto, il giovane atleta non dovrebbe perdere la sua tecnica, invece, potrà migliorarla fino all’età di 18-20 anni. In altre parole, a quell’età l’atleta dovrebbe essere in grado di mostrare la stessa tecnica in condizioni più difficili – piste più ripide e superfici nevose più dure. Questo tipo di obiettivo futuro può sicuramente essere realistico e raggiungibile, se, dall’età di 12-134 anni, i fondamentali saranno acquisiti dal giovane atleta. Se questi fondamentali non sono parte del bagaglio tecnico, non è possibile discutere alcun piano di lungo termine o obiettivi agonistici.
Una tecnica da gigante molto evoluta è ora mostrata da Katia in sci libero con sci da gigante:
Katia GS — 2.60Mb |
Notiamo che Katia non sta sciando su una superficie preparata da gara. Una tale sciata su una superficie nevosa smossa richiede un eccellente equilibrio. Lo possiamo vedere dalla ripresa rallentata:
Katia GS slow — 3.07Mb |
Qui possiamo notare un piegamento ed estensione molto pronunciati nella prima fase della curva. Questo è particolarmente evidente nelle curve a sinistra (eseguite sullo sci destro). In parte si tratta di un effetto creato dalla prospettiva della ripresa video e in parte da problemi di allineamento dello scarpone sinistro, corretto in seguito con dei nuovi scarponi. Suppongo che sia ovvio che le origini tecniche di una sciata così evoluta siano evidenti già nella prima sequenza all’inizio di quest’articolo dove Katia esegue curve da gigante all’età di 11 anni.
In conclusione, vorrei ancora porre l’accento sul fatto che all’età tra i 10 e i 14 anni i risultati agonistici sono assolutamente irrilevanti. La tecnica è molto più importante a quest’età La tecnica aiuta gli atleti a superare le barriere di un’età difficile (cioè quella delle prime gare FIS a 16-17 anni) oppure, una sua mancanza, spingerà questi atleti al di fuori dello sport agonistico. Il fondamento di una buona tecnica deve essere sviluppato entro la soglia dei 13-14 anni. Dopo quel tempo, solitamente, vi sono semplicemente molte meno possibilità per correggere la tecnica agonistica, poiché gli anni successivi devono venire utilizzati per allargare il campo di utilizzo e applicazione di una tecnica già sviluppata. Un tale lavoro non è efficace se applicato a fondamentali tecnici che non siano stati metabolizzati in una più giovane età.
Ciò detto, la tecnica a livello dei ragazzi non è meno importante di quella a livello di Coppa del Mondo. Di conseguenza, un buon allenatore di un ragazzo o giovane dovrebbe essere tenuto in grande conto, forse anche di più degli allenatori delle squadre nazionali. Spero che un giorno ciò possa avvenire. Per il momento, spero che quest’articolo sia utile a genitori e allenatori.
(Titolo originale “Juniors and Modern Technique”)