Condurre curve da gigante pulite è stato lo scopo più importante per agonisti e allenatori lungo gli ultimi vent’anni. Tutti sanno che per condurre una curva un agonista deve mettere i suoi sci sullo spigolo per mezzo dell’esecuzione di una successione di elementi tecnici in genere descritti come presa di spigolo. Gli atleti del passato, usando sci più lunghi e meno sciancrati, usavano in maniera predominante l’angolazione di ginocchia e di anche per produrre la presa di spigolo necessaria. La tecnica moderna eseguita con sci più corti e sciancrati detta una meccanica differente della presa di spigolo – l’inclinazione.
Cos’e’ l’inclinazione? In semplici termini si tratta di uno spostamento dell’intero corpo dello sciatore dal suo asse verticale nella direzione del centro della successiva curva come dimostrato qui sotto dall’autore:
— La parte esterna del corpo è diritta
— La gamba esterna è estesa e spalle e anche sono allineate e perpendicolari alla linea che le connette agli sci (notate le linee sovrapposte sulla foto 1).
Come si vede dalla foto 1, il corpo dello sciatore e’ in perfetto allineamento scheletrico con un minimo sforzo da parte delle articolazioni.
Un’inclinazione eseguita appropriatamente è differente dal “cadere” all’interno, con l’applicazione di un peso eccessivo sullo sci interno troppo presto all’inizio della curva, ed è considerato da allenatori e agonisti un errore tecnico grossolano. Mentre si inclina, l’autore (nella foto 2) continua a spostare insieme le anche e le spalle.
Nella tecnica moderna da gigante l’angolo di spigolo degli sci viene creato principalmente dalla gamba esterna estesa con poca o nulla angolazione di ginocchia come mostrato nella foto 3 dal finlandese Kalle Palander e dallo svedese Frederik Nyberg. Entrambe le immagini sono state scattate durante lo slalom gigante di Beaver Creek, Colorado nel Dicembre del 2005.
Estensione
L’estensione della gamba sterna è essenziale per una’appropriata inclinazione e spostamento all’interno come dimostrato da Maier (foto 3).
L’estensione della “nuova” gamba esterna, che era piegata al termine della curva precedente, e’ un elemento chiave per un’inclinazione efficace. Mentre le gambe sono estese, le anche e le ginocchia non sono “bloccate” come dimostrato dagli atleti nelle foto 1-3.
Proiezione
La proiezione è il movimento del baricentro nella direzione della curva futura. Questo movimento è chiaramente dimostrato da Maier (foto 3) nella transizione e cambio di spigolo tra la porta rossa e quella blu. La parte superiore del corpo dell’atleta e le anche si proiettano in avanti, sopra gli sci mentre questi passano sotto il corpo. Possiamo chiamare “cross-over” il movimento del baricentro dell’atleta che passa sopra agli sci, mentre “cross-under” e’ il nome del movimento delle gambe quando gli sci passano sotto il corpo.
Nella tecnica moderna estensione e proiezione sono divenute inseparabili. Esse forniscono il necessario movimento verso l’interno e avanti del baricentro durante la fase iniziale della curva. La combinazione di estensione e proiezione permette a Maier di entrare nella nuova curva con un’appropriata inclinazione con anche e spalle parallele tra loro e con la gamba esterna estesa (vedere i tre fotogrammi a monte dell’ultima porta blu). Una corretta esecuzione dell’estensione/proiezione permette di mantenersi centrali in maniera efficace.
Riguadagnare la centralità tra le curve.
Riportarsi in equilibrio o riguadagnare la centralità è necessario per generare pressione sulla spatola del “nuovo” sci esterno nella fase iniziale dell’inclinazione. E’ necessario riguadagnare la centralità qualunque sia il movimento usato al cambio di spigoli. Mentre nella foto 3 Maier usa un puro movimento di alleggerimento del peso tramite il piegamento delle gambe al cambio di spigoli tra la prima porta blu e la successiva rossa, tra la rossa e la blu lui usa un po’ più di movimento verso l’alto; in entrambe le curve l’atleta inizia l’inclinazione con una sufficiente pressione sulla punta dello sci esterno (vedere i tre fotogrammi sopra la porta rossa e i tre sopra la porta blu). Probabilmente la dimostrazione dell’autore fornisce una migliore prospettiva sul movimento di che consente di riportarsi contrali poiché le fotografie sono prese di lato.
Nel secondo fotogramma l’autore è in equilibrio sulle code degli sci mentre gli spigoli vengono rilasciati per terminare la curva precedente. A questo punto entrambe le punte degli sci sono sollevate dalla neve ma entro una frazione di secondo lo sciatore ha riguadagnato la centralità (terzo fotogramma). La gamba esterna è distesa e la punta dello sci esterno è appoggiata alla neve. La pressione sulla spatola dello sci è evidente nell’ultimo fotogramma, dove si nota una deformazione degli sci.
Angolazione Dinamica
L’angolazione, o come si dice “spezzare le anche”, e’ mostrata da Pallander e Nyberg (foto 3). Spesso considerato un movimento di presa di spigolo, l’angolazione in realtà è solo un complemento dell’inclinazione. Serve a mantenere la presa di spigolo quando le forze aumentano nella seconda metà di curva. L’angolazione non può essere eseguita efficacemente se l’angolo di spigolo non viene inizialmente creato dall’inclinazione. Per una veloce uscita dalla curva è importante che la gamba esterna rimanga estesa fino a che l’arco sia completato. La tendenza della tecnica moderna di usare meno angolazione e una più pronunciata inclinazione è chiaramente dimostrato da Maier (foto 3, fotogrammi sull’ultima porta blu). Vale la pena di dire che l’angolazione nella tecnica moderna viene creata da un raddrizzamento del busto che porta le spalle dello sciatore parallele alla neve. Molto spesso, un movimento esagerato di angolazione a livello delle anche non e’ più necessario. La quantità di angolazione e’ determinato dalla velocità e dal raggio di curva.
Le tendenze della tecnica moderna esaminate sopra hanno bisogno di essere riflesse nell’insegnamento dei giovani sciatori. Molti giovani atleti sciano ancora troppo staticamente in posizioni bloccate utilizzando un’eccessiva angolazione di anca. Molte volte la posizione statica e bloccata è involontariamente creata dagli allenatori stessi che tentano di correggere la tendenza a “cadere all’interno” chiedendo agli sciatori di lavorare sul parallelismo delle spalle alla neve. Quest’approccio è scorretto poiché, mentre può curare il problema della caduta all’interno, sviluppa una sequenza di movimenti incompatibile con una sciata dinamica da gara. Infatti, una certa quantità di caduta all’interno e’ sempre presente nella sciata degli atleti che stanno imparando l’inclinazione. Solitamente la “caduta all’interno” è il risultato di difetti di equilibrio che impediscono una corretta proiezione del baricentro e un efficace riguadagno della centralità. La migliore cura è ritornare al fondamentale lavoro di sviluppo dell’equilibrio, delle capacità e delle sensazioni necessarie per utilizzare efficacemente l’elemento chiave della tecnica moderna esaminato in questo articolo – l’inclinazione.
(Titolo originale “Inclined to Win”)